Una riqualificazione attenta e mirata dell’intero waterfront, subordinata ad adeguati e intelligenti strumenti urbanistici, può contribuire a demolire quelle pesanti barriere che fin ora hanno separato fisicamente la città dal mare, ma aiuta la città a diventare policentrica e a recuperare quel gusto del bello che tanto gli appartiene.
Gli edifici “simbolo” delle due aree di intervento devono costituire però allo stesso tempo una emergenza visibile e riconoscibile, in sintonia con il paesaggio dello stretto e la morfologia urbana prevalente del contesto in cui si inseriscono. Ed è per questo motivo che alla spontanea e scontata verticalità tipica delle architetture-simbolo litoranee si è preferito mantenere la “fascia orizzontale” come linea guida del progetto, interrotta da figure essenziali, episodi che interrompono la continuità, si staccano dal contesto senza snaturarlo.
Tutto l’insieme assumerebbe così l’aspetto della composizione di più forme e dimensioni di vita: quella quotidiana, di un uso integrato con il territorio circostante, quella periodica, che come un rito si ripropone a scadenze cicliche, quella eccezionale che si manifesta come evento straordinario.
Credits: con Pro-geo e altriConcorso: finalista II fase. Progetto segnalato